Davide Carli è stato per quasi un decennio il leader incontrastato degli sport da combattimento made in Italy, un simbolo da esportazione anche in quei paesi dove discipline come thai boxe, kick boxing e kung fu sono considerate addirittura più importanti di quanto il calcio in Italia.
Nato a Rimini il 10 dicembre del 1971, 174 centimetri di altezza per un peso forma di 79 chilogrammi, nell'arco di tutta la sua carriera Davide Carli si è contraddistinto per l'incredibile potenza, unita ad una tecnica affinata nel corso degli anni.
Il suo curriculum sportivo sboccia nel 1990 con il primo titolo italiano di kung fu, bissato l'anno dopo quando ha la possibilità di partecipare al campionato mondiale nella lontana Taiwan dove sovverte ogni pronostico e conquista una meritatissima medaglia d'argento nella categoria 70 chilogrammi.
Sempre nel 1991 Carli conquista la cintura di campione nazionale della Fenasco, la sigla allora più prestigiosa in Italia, nella thai boxe, quella che rimane la sua disciplina preferita.
Ma il suo nome comincia a girare con rispetto e ammirazione nel mondo degli sport da combattimento quando, nel 1993, sconfigge tutti gli avversari e si aggiudica il Golden Dragon di Rimini, l'agguerritissimo torneo ‘misto’ che nella sua pur breve durata ha scritto pagine rimaste nella storia degli sport da combattimento.
Ora Carli non è più l'astro nascente degli sport importati dal lontano oriente. E' la stella, destinata a non venire oscurata. Con grande umiltà parte per la Thailandia, per aprirsi ad una nuova avventura, per andare ad imparare dai maestri della thai boxe i segreti di questa disciplina che ai pugni e ai calci unisce anche la micidiale carica delle ginocchiate. Carli vive letteralmente una full immersion in una delle più prestigiose palestre thailandesi, raramente aperte agli occidentali e si guadagna la gloria uscendo vittorioso dall'arena in un match contro un atleta locale. Tornato a casa si rende conto che è pronto per il salto di qualità. E nel 1994, meritatissima, arriva la prima grande chanche. In Austria gli offrono l'opportunità di sfidare il campione europeo di thai boxe, l'allora molto quotato Bern Pongrate. Carli è in splendida forma e il match dura appena un minuto, il tempo di mandare Pongrate al tappeto e alzare al cielo la corona continentale della sigla WKA.
Pochi mesi dopo, nell'ambito del Festival del Fitness di Rimini, un nuovo match con una cintura in palio. Il titolo è quello Intercontinentale, la disciplina ?
la shoot boxe (che oltre a tutte le tecniche della thai boxe prevede anche la lotta a terra), l'avversario è il lottatore francese Bravard. E l'esito è lo stesso: vittoria e titolo.
Finalmente arriva anche il momento della sfida per un titolo mondiale. Siamo nel 1994, l'età dell'oro per gli sport da combattimento in Italia e sul ring di un Palatrussardi (a Milano) tutto esaurito si sfidano per la cintura iridata il campione in carica, il milanese Michele Araldi, e un Davide Carli all'apice della carriera. Il match è durissimo, da film, e resterà negli annali della kick boxing. Carli è asfissiante, Araldi mette in campo tutta la sua esperienza. Si arriva ad un verdetto ai punti che “salva” la corona del detentore: parità, una decisione accolta addirittura tra i fischi del pubblico, che malgrado il tifo per l'idolo di casa aveva ‘visto’ una chiara vittoria del più giovane Carli. L'appuntamento con il titolo mondiale dunque è per ora rimandato.
Il 1995 è per Davide Carli anche l'anno dell'esordio nel pugilato, dove dimostra di poter competere anche senza colpire con i propri potenti arti inferiori. Anzi, gli allenamenti mirati nella noble art contribuiscono ad affinare la tecnica.
Intanto continua la carriera internazionale nella kick e nella thai boxe con sfide contro tutti i più forti atleti in circolazione: gli svizzeri naturalizzati Azem Makzutaj e Marino Deflorin, il turco Fricret, i francesi Pennacchio ed Akem, il russo Krivorusko, i naturalizzati francesi Garros e NèTo e il marocchino Kassrioui.
Nel 1996, due giorni prima del suo compleanno, Carli partecipa, unico italiano, al celebre torneo Piramyd di Praga, in Repubblica Ceca, torneo ad eliminazione diretta in cui demolisce i primi due avversari e poi porta a casa il secondo posto, strappando applausi a scena aperta.
Il 1997 è caratterizzato dalla conquista del primo titolo mondiale. Un anno che si apre con alcuni match di rodaggio in Thailandia e prosegue con una dura fase di preparazione in palestra durante l'estate. Ma a novembre l'appuntamento è di quelli che non si possono fallire: la prima sfida al titolo mondiale di thai boxe WPKA categoria 72,5 chilogrammi, detenuto dal francese Side Khoe.
L'incontro si disputa in una cornice magica, il PalaFlaminio di Rimini, davanti al pubblico di casa. Carli è asfissiante e per il francese non c'è nulla da fare.
A questo punto l'obiettivo diventa quello di “bissare” il titolo, andando ad abbinare la cintura iridata anche della kick boxing. Carli in questo momento è al top delle classifiche mondiali e l'occasione arriva presto, nel 1998, ancora a Rimini, nell'ambito della kermesse MegaKickBoxing. Avversario di questa nuova sfida mondiale targata WKA il croato Goran Borovic, spazzato via in due soli round con un devastante ko.
Ma l'appetito vien mangiando e la collezione di titoli mondiali si arricchisce nel 1999. In palio c'è il titolo mondiale (76 kg.) di free fight per la IFO.
Per i presenti alla serata sarà uno spettacolo drammatico perchè il match ancora una volta dura pochi minuti. L'avversario, il giovane ungherese Dragan Kusmic, finisce con tibia e perone fratturati all'ospedale di Rimini dopo un violentissimo scontro tibia contro tibia.
La nuova frontiera di Carli adesso è quella del peso. Così nel novembre del 2000, all’interno della manifestazione denominata Kick Boxing Super Star di Milano, il fighter riminese sale sul ring per una nuova sfida mondiale, nella thai boxe WPKC, nientemeno che con il naturalizzato francese Haurelien Duarte.
L'impresa gli sfugge per pochissimo ed esce ancora una volta tra gli applausi.
Il lavoro in palestra come allenatore ed istruttore, in questa fase, riduce sempre più l'attività sul ring, ma dopo un anno di pausa, durante il consueto stage di allenamento in Thailandia la voglia di combattere torna ad avere il sopravvento. Così rapidamente viene allestito un incontro con il tailandese Chiannoi, ex stella del prestigioso Lumpini Stadium, al quale Carli ‘regala’ ben 15 chili di peso. Ma dove la stazza superiore dell'avversario non sposta la sua incredibile volontà, la vittoria ai punti gli sfugge per un verdetto un po' troppo ‘nazionalistico’. Nessun dramma, in Thailandia per battere un atleta di casa occorre metterlo ko, fa parte del gioco. E a Carli resta la soddisfazione per l'ennesima sfida con se stesso.
Questo match più che altro resterà alla storia come l'ultimo di Carli che, una volta rientrato a casa, annuncia il ritiro dalle competizioni per dedicarsi alla sua palestra, la Thai Gym, e all'insegnamento delle arti marziali e del fitness.